Sono uno psichiatra fragile che mette insieme pezzi d’uomo perché possa sorridere, sperare, amare e sentire la propria fragilità. Lo psichiatra non ricostruisce la grandezza, ma sempre e soltanto la fragilità. È come se amasse le caratteristiche dell’uomo fragile, non quelle dell’onnipotente, del forte; semmai la forza è in quella insufficienza, in quella consapevolezza di potersi rompere, come un vaso «segreto»: solo se si rompe esce qualcosa di sconosciuto e di prezioso.